Detrazioni fiscali per ristrutturare casa
L’agevolazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è disciplinata dall’articolo 16-bis del Dpr 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi – TUIR). Vediamo nel dettaglio come funziona.
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Detrazione IRPEF del 36%: le basi
Consiste in una detrazione dall’IRPEF del 36% delle spese sostenute, ripartita in 10 quote annuali di pari importo, fino a un massimo di 48.000 euro per unità immobiliare. Tuttavia, per spese sostenute tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2024, il beneficio sale al 50%, con un limite di 96.000 euro.
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Detrazione per acquisto immobili ristrutturati
La stessa detrazione si applica anche a chi acquista immobili a uso abitativo facenti parte di edifici interamente ristrutturati, ma solo se venduti entro 18 mesi dal termine dei lavori.
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Opzioni alternative: sconto in fattura o cessione del credito
I beneficiari possono optare per uno sconto in fattura o la cessione del credito d’imposta, secondo quanto consentito dalla normativa. La cessione può avvenire solo a banche, intermediari finanziari, società di un gruppo bancario, o imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia.
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Limiti al “Sconto in Fattura” e cessione del credito dal 2023
Dal 17 febbraio 2023, per gli interventi previsti dall’articolo 16-bis del TUIR, non è più possibile optare per lo “sconto in fattura” o la cessione del credito, tranne che per spese agevolabili con il “superbonus”.
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Chi può beneficiare: tutti i contribuenti
La detrazione è aperta a tutti i contribuenti IRPEF, residenti o meno nel territorio italiano, compresi proprietari, locatari, soci di cooperative e altri. Anche familiari conviventi, coniugi separati, componenti di unioni civili e conviventi more uxorio possono usufruirne.
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Tipologie di lavori agevolabili: dalle Barriere architettoniche ai risparmi energetici
Gli interventi agevolati comprendono manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ricostruzione post-eventi calamitosi, eliminazione di barriere architettoniche, interventi per prevenire atti illeciti, cablatura degli edifici, contenimento dell’inquinamento acustico, risparmi energetici, misure antisismiche.
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Detrazioni escluse per acquisti di strumenti: focus sugli atti illeciti
Non rientrano nella detrazione le spese per l’acquisto di strumenti, ma solo quelle per interventi effettuati sugli immobili. Ad esempio, non sono agevolate le spese per contratti con istituti di vigilanza, ma sì per l’installazione di sistemi di sicurezza come grate, porte blindate, etc.
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Deroghe al divieto di opzione
Alcune deroghe consentono ancora l’opzione per lo “sconto in fattura” o la cessione del credito in casi specifici, come interventi antisismici, interventi nelle Marche a seguito di eventi meteorologici, e altri.
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Documentazione e condizioni specifiche per le detrazioni
Per ottenere la detrazione è necessaria la documentazione corretta e il rispetto delle condizioni specifiche per ciascun tipo di intervento, come ad esempio l’attestazione di risparmio energetico o la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà per interventi in edilizia libera.
La detrazione non è cumulabile, invece, con la deduzione del 20% del prezzo di acquisto degli immobili destinati alla locazione (agevolazione prevista dall’art. 21 del decreto legge n. 133/2014 per le spese sostenute tra il 1° gennaio 2014 e il 31 dicembre 2017). Pertanto, sul costo di acquisto dell’immobile è possibile usufruire, alternativamente, o della deduzione del 20% o della detrazione per l’acquisto dell’immobile ristrutturato.
In sintesi, la detrazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio offre opportunità significative, ma è essenziale comprendere le condizioni e le scelte disponibili per massimizzare i benefici. Consulta un professionista per una guida personalizzata in base alle tue esigenze.
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