Magari questo 2018 sarà l’anno della svolta, quello in cui deciderete di fare il grande passo acquistando la vostra prima casa, oppure quello in cui deciderete di cambiare quella in cui abitate da tempo, o ancora di ristrutturarla, modificandola, ampliandola o semplicemente rivedendone alcuni aspetti; o ancora potrebbe essere il momento più propizio per iniziare ad investire in immobili: chi lo sa? Staremo a vedere, un anno è lungo ed è appena iniziato.
Quel che è certo è che è bene partire con il piede giusto e quindi si può decidere cosa si intende fare solo disponendo di tutte le informazioni del caso, in modo tale da poter decidere con cognizione di causa, ad esempio, se è più conveniente, anche puramente in termini economici, orientarsi verso l’acquisto di un nuova abitazione, o se invece, anche grazie agli incentivi dedicati, non sia più vantaggioso pensare ad una ristrutturazione.

Per questo motivo oggi, come primo argomento di questo 2018, abbiamo deciso di parlarvi di tutti i Bonus Fiscali previsti dalla nuova finanziaria, che in qualche modo riguardano la casa e tutto ciò che vi ruota attorno.
Durante la seduta del 23 dicembre scorso il Senato, con 140 voti favorevoli e 97 contrari, ha approvato in terza lettura, in via definitiva la legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e contestualmente il bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020. La Legge di Stabilità 2018 è dunque entrata in vigore dal 1° gennaio 2018 ed esattamente al pari di quelle degli anni precedenti ha in serbo diversi incentivi riguardanti, a vario titolo, la casa.
Vediamo dunque di capire, per ciò che concerne l’edilizia e gli sgravi fiscali ad essa connessi, cosa resterà immutato rispetto al 2017 e quali sono invece le novità più importanti in materia, analizzando uno ad uno i vari incentivi. Partiremo dalle conferme, ovvero da ciò che è rimasto pressochè invariato rispetto al 2017, per andare poi ad analizzare ciò che si presenta modificato o del tutto nuovo.
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Bonus sulle ristrutturazioni edilizie 2018
Partiamo dalle certezze: la nuova legge di Bilancio ha prorogato fino al 31/12/2018 il bonus dedicato alle ristrutturazioni edilizie con modalità del tutto analoghe a quelle degli anni precedenti. Sarà dunque possibile detrarre il 50% delle spese sostenute per ristrutturare casa, fino ad un massimo di 96.000 euro, ripartito in dieci quote annuali di pari importo.
Tenete presente che, per ora, pare che partire a dal 1° gennaio 2019 questo bonus tornerà alla misura originaria prevista, prevedendo una detrazione Irpef pari al 36% delle spese sostenute e fino ad un limite di 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Pertanto il consiglio è, se avete intenzione di ristrutturare casa, iniziate a pensarci seriamente, da subito!
Esattamente come avveniva anche negli anni passati, gli interventi che possono beneficiare dell’incentivo sono unicamente quelli di manutenzione straordinaria degli immobili, mentre quelli di manutenzione ordinaria sono ammessi all’agevolazione solo quando riguardano le parti comuni e la detrazione, in questi casi, verrà ripartita tra i condomini in base alle quote millesimale.
Nello specifico riportiamo l’elenco degli interventi ammessi alla detrazione:
- interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001 per le parti comuni degli edifici residenziali ed elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001 per le singole unità immobiliari residenziali a prescindere dalla categoria catastale cui appartengono.
- interventi di ricostruzione o ripristino sull’immobile danneggiato a causa di calamità;
- interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto;
- lavori finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, quali ad esempio ascensori o montacarichi e l’installazione di strumenti idonei alla mobilità interna ed esterna di portatori di handicap gravi definiti tali in base alla legge 104;
- interventi di prevenzione di atti illeciti: sono ammesse pertanto le spese per l’acquisto di cancelli, porte blindate, videosorveglianza, ecc;
- interventi per la cablatura degli edifici e al contenimento dell’inquinamento acustico;
- lavori finalizzati al conseguimento di risparmio energetico;
- adozione di misure antisismiche;
- bonifica dall’amianto;
- riparazione di impianti per la sicurezza domestica: riparazione prese, sostituzione del tubo del gas ecc;
- installazione di apparecchi di rilevazione di gas;
- vetri anti-infortunio;
- installazione di corrimano.
In tutti i casi, oltre alle spese sostenute per l’esecuzione effettiva dei lavori sono detraibili anche le seguenti spese: quelle di progettazione; quelle sostenute per le prestazioni professionali; le spese sostenute per la messa a norma degli impianti elettrici e a metano e quelle necessarie per rilascio delle certificazioni di conformità dei lavori; i costi necessari per l’acquisto dei materiali; quelli sostenuti per effettuare perizie e sopralluoghi; nonché IVA, bollo e i diritti di concessioni, autorizzazioni, denuncia inizio lavori ed oneri di urbanizzazione.
Per ciò che concerne i soggetti ammessi a godere del Bonus, i documenti necessari e le modalità di pagamento nulla è cambiato rispetto agli anni passati.

Bonus mobili e elettrodomestici
Anche il Bonus mobili ed elettrodomestici è stato prorogato fino al 31 dicembre 2018. In pratica, grazie ad esso, è possibile usufruire di una detrazione del 50% di quanto speso per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici di classe non inferiore ad A+ (e A solo per i forni) fino a coprire un tetto massimo pari a 10.000 euro. La detrazione dall’Irpef va ripartita come sempre in dieci quote annuali di pari importo.
I beni che sono ammessi alla detrazione sono i medesimi previsti negli anni passati, ovvero:
- mobili nuovi (come letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione ed altri arredi che costituiscono un necessario completamento dell’immobile oggetto di ristrutturazione, mentre non sono agevolabili porte, pavimentazioni, tende e tendaggi, nonché di altri complementi d’arredo).
- grandi elettrodomestici nuovi, a patto che siano dotati di etichetta energetica e non siano di classe inferiore alla A+, (A per i forni). L’acquisto di grandi elettrodomestici sprovvisti di etichetta energetica è agevolabile solo se per quella tipologia non sia ancora previsto l’obbligo di etichettatura.
Come negli anni passati per poter usufruire del bonus mobili ed elettrodomestici è necessario che l’acquisto avvenga in concomitanza con una ristrutturazione edilizia (per la quale è possibile usufruire della detrazione a questa dedicata) e questo sia che l’intervento riguardi una singola unità immobiliare, che un intervento di manutenzione o ristrutturazione condominiale sulle parti comuni.
Per la detrazione legata ad una singola unità immobiliare è possibile usufruire del Bonus anche quando i mobili acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso da quello oggetto di intervento, purchè collocati all’interno dello stesso immobile.
Ad esempio se si decide di rifare la cucina si può godere del bonus non solo per acquistare un frigorifero nuovo, ma anche per la lavatrice del bagno o per una nuova poltrona!
Qualora si effettui invece un intervento sulle parti condominiali, ogni condomino ha diritto alla detrazione mobili, solo per la propria quota ed esclusivamente se la spesa è stata sostenuta per l’acquisto di beni destinati ad arredare queste parti comuni oggetto di intervento, mentre in questi frangenti è esclusa la possibilità di detrarre spese effettuate per acquistare arredi o elettrodomestici ad uso esclusivo del proprio immobile.
Bisogna però fare attenzione, poiché la Manovra di Bilancio 2018 proroga sì il Bonus Mobili ed elettrodomestici, ma solo per coloro che avvieranno un nuovo cantiere in quest’anno solare e per tutti quei lavori edilizi iniziati nel 2017. Tutti coloro che, invece, hanno iniziato le opere edili nel 2016 e non le hanno ancora concluse, a meno di non aprire una nuova pratica edilizia datata 2018, restano tagliati fuori!
Ecobonus 2018: cosa cambia e cosa resta invariato
Dopo un’iniziale incertezza è stato confermato anche per il 2018 il cosiddetto Ecobonus, che di fatto prevede una detrazione di tutte le spese sostenute per quegli interventi considerati di riqualificazione energetica, ovvero che comportino di fatto un incremento delle sue prestazioni.
Vi sono però alcune eccezioni: vediamo dunque di far chiarezza e capire bene cosa è cambiato nel 2018 rispetto all’anno scorso.
In via del tutto generale la detrazione Irpef per gli interventi tesi al miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili è stata confermata al 65%, mantenendo inalterati anche i limiti massimi di spesa detraibili: ovvero 100.000 euro per edifici esistenti; 60.000 euro qualora si intervenga solo su determinati elementi dell’involucro, come le pareti, gli infissi o la copertura; 60.000 euro anche per l’installazione di pannelli solari e 30.000 euro per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
Attenzione, però, perché, rispetto al passato, viene ridotta dal 65% al 50% la detrazione per gli interventi che riguardano esclusivamente l’acquisto e la posa in opera di infissi e schermature solari. Anche gli incentivi concernenti la sostituzione degli impianti di riscaldamento sono stati rivisti, vediamo come.
Ecobonus caldaie e sistemi riscaldamento
Inizialmente la detrazione fiscale prevista per l’installazione di nuove caldaie sembrava destinata ad essere ridotta, seguendo un po’ il medesimo destino toccato ai serramenti e passando così dal 65% dello scorso anno ad un aliquota inferiore, pari al 50%. In realtà dopo l’approvazione della legge di Bilancio, un apposito emendamento della Camera ha previsto un ritorno all’aliquota maggiorata (del 65%), ma solamente per coloro che oltre all’installazione di una caldaia a condensazione di classe A, prevedano contestualmente anche il ricorso a sistemi di termoregolazione evoluti, o ad impianti dotati di apparecchi ibridi, con l’installazione di pompe di calore pensate per funzionare in abbinamento alla caldaia a condensazione.
Inoltre solo chi deciderà di optare per una caldaia a condensazione in classe A potrà detrarre il 50% di quanto effettivamente speso per l’acquisto e l’installazione del nuovo apparecchio, diversamente per tutte le altre caldaie di classe inferiore non è previsto alcun incentivo.
Ricordiamo inoltre che, sebbene per l’utente finale sia ancora possibile acquistare caldaie di tipo tradizionale (che rappresentano gli ultimi pezzi rimasti a magazzino), queste oramai non possono più essere prodotte, pertanto se vi trovaste a dover sostituire la vostra vecchia caldaia, a meno di insormontabili problemi tecnici, vi converrà optare per un modello a condensazione di nuova generazione!
Ovviamente quando si sostituisce una caldaia è comunque sempre possibile, a prescindere dalla sua efficienza, ottenere una riduzione dell’aliquota IVA al 10%, come peraltro avviene la maggior parte dei lavori di ristrutturazione.
Infine, sempre per ciò che concerne l’impiantistica, è stata prorogata per tutto il 2018 la detrazione fiscale del 65% dedicata all’acquisto ed alla posa in opera di micro-cogeneratori che vadano a sostituire gli impianti esistenti, purché assicurino un risparmio energetico pari ad almeno il 20%. In questi casi la detrazione è possibile fino a un valore massimo pari a 100.000 euro. Mentre la detrazione per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, è detraibile al 50%, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro.
Per maggiori informazioni riguardo all’Ecobonus il consiglio resta quello di consultare attentamente il sito dell’Enea, tramite il quale, previa registrazione, occorre inviare la documentazione necessaria per godere delle agevolazioni fiscali: http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/.
Ecobonus per i condomini
Già per effetto della legge di Bilancio 2017, l’Ecobonus condomini era stato esteso per i successivi 5 anni, pertanto fino al 31 dicembre 2021: nulla dunque cambia rispetto allo scorso anno.
Per tutti gli interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni dei condomini, che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% dell’intera superficie disperdente lorda dell’edificio spetta una detrazione pari al 70%; qualora poi nel condominio vengano effettuati anche interventi di miglioramento della prestazione energetica estiva e invernale, che consentano di raggiungere la media fissata dal decreto del Ministro dello sviluppo economico del 26 giugno 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 2015, allora in questi casi spetta una detrazione pari al 75%.
In tutti i casi l’ammontare delle spese su cui è possibile ottenere la detrazione Irpef è pari a 40.000 euro per ogni immobile, cifra dunque da moltiplicare per il numero degli appartamenti che costituiscono l’edificio.
Inoltre è bene rammentare che per i condomini, sempre a partire dal 1° gennaio 2017, è prevista la possibilità di cedere a soggetti terzi, come ad esempio direttamente ai fornitori che hanno effettuato gli interventi nonché a soggetti privati, il credito derivante dall’Ecobonus, con la possibilità che questo sia successivamente cedibile. La possibilità di “vendere” la detrazione, rende in via di principio accessibile a tutti l’Ecobonus del 70% e 75%, a prescindere dalla propria condizione fiscale e viene incontro a coloro che temono di non poter fruire dell’incentivo durante tutto il decennio dell’applicazione e che per questo si oppongono alla deliberazione delle spese.
Tra i requisiti indispensabili per usufruire di questo Ecobonus vi è però la perizia obbligatoria che attesti l’effettivo incremento delle prestazioni energetiche ottenuto mediante gli interventi per i quali viene richiesta l’agevolazione.
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Sisma Bonus
Lo scorso anno (nel 2017) le novità più rilevanti della manovra fiscale hanno riguardato proprio gli interventi di adeguamento anti sismico degli edifici ed il Sisma Bonus. Anche nel 2018 a tutti coloro che sosterranno spese per l’adeguamento antisismico di edifici d’abitazione o destinati ad attività produttive, ricadenti nelle zone 1, 2 e 3, spetterà una detrazione pari al 50%, con un tetto massimo di 96.000 euro di spesa, da suddividere in 5 quote annuali di pari importo a partire dall’anno in cui si sono sostenute le spese. Questo bonus, peraltro, come l’Ecobonus per i condomini, è da ritenersi valido fino al 31 dicembre 2021.
Inoltre, come nel 2017, se a seguito dei lavori eseguiti dovesse risultare una riduzione del rischio sismico tale da determinare il passaggio ad una classe inferiore di rischio terremoto, l’aliquota detraibile aumenta fino al 70% e se il miglioramento comporta addirittura la riduzione di 2 classi di rischio, l’ammontare delle spese detraibili sale ancora fino all’80%.
Sisma Bonus per i condomini
Ancora, come lo scorso anno, per ciò che concerne il Sismabonus i condomini godono di una “marcia in più”: si parte sempre dalla classica detrazione del 50% delle spese sostenute, ma si può salire al 75% se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore e all’85% se l’intervento determina il passaggio a due classi di rischio inferiori ed in questi frangenti il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è pari a € 96.000, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
In tutti i casi, per tutti gli immobili, il miglioramento antisismico deve essere sempre certificato da professionisti abilitati sulla base delle Linee guida per la classificazione sismica degli edifici. Ovviamente tra le spese detraibili rientrano anche quelle sostenute per la classificazione finale, nonché per le perizie, la verifica sismica inziale ed i sopralluoghi necessari da parte dei tecnici incaricati.
Il Bonus unico per i condomini
Per i condomini quest’anno è stato ideato un “Bonus Unico”, volto ad agevolare, nonché a semplificare le procedure per tutti quei condomini che intendano effettuare contemporaneamente interventi agevolabili con il Sisma Bonus e con l’Ecobonus, ovvero per chi desideri migliorare il proprio immobile sia da un punto di vista della sicurezza sismica, che sotto il profilo energetico.
In questo è previsto un Super Bonus che va dall’80% di detrazione nel caso in cui ci sia il passaggio ad una classe di rischio sismico inferiore, all’ 85% se i lavori consentono il passaggio di due classi di rischio. La detrazione viene sempre spalmata in dieci quote annuali di uguale importo, ma in questo caso su un ammontare delle spese pari a ben 136.000 euro, che va poi moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ogni edificio.
Bonus verde
Già ad ottobre dello scorso anno, quando sono trapelate indiscrezioni sulla prima bozza della legge di Bilancio 2018, pareva chiaro che quest’anno tra le novità fiscali ci sarebbe stato un nuovo bonus dedicato al verde. E così è stato!
Per la prima volta nel 2018 tra le detrazioni possibili, insieme agli incentivi oramai in vigore da tempo, come il bonus ristrutturazioni, l’Ecobonus, il Sismabonus, il bonus condomini e quello dedicato all’acquisto di mobili ed elettrodomestici, ha fatto la sua comparsa Il cosiddetto “Bonus Giardini” o “Bonus Verde”.
Solo per questo nuovo incentivo sono stati stanziati dal Governo ben 600 milioni di euro: il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina ha dichiarato che si tratta di una misura varata per contrastare l’inquinamento e dare nuove opportunità di crescita e sviluppo al settore florovivaistico.
Il nuovo bonus verde è dedicato sia ai privati che a condomini e funziona in modo del tutto analogo alle altre detrazioni fiscali già in vigore. Il tetto massimo di spesa detraibile per ogni unità immobiliare (non per ogni contribuente!) è di 5.000 euro, che potranno essere spesi non solo per la sistemazione di giardini, ma anche del verde presente su terrazzi, balconi e giardini pensili.
Per tutti i lavori e gli interventi di sistemazione e recupero del verde, comprese le aree scoperte di interesse storico, è prevista una detrazione del 36% delle spese sostenute, da ripartire in 10 anni. Questo significa che per ogni unità immobiliare si potranno recuperare un massimo di 1.800 euro (il 36% di 5000 euro appunto), portando in detrazione dall’Irpef 180 euro annui.
Il tetto di 5.000 euro si riferisce alla singola unità immobiliare, pertanto per sistemare le aree verdi comuni dei condomini è possibile spendere e detrarre globalmente di più. L’importante, in questi casi è che la quota massima spettante a ciascun condomino, ripartita in base ai millesimi di proprietà, sia comunque al massimo pari a 1800 euro totali. Ad esempio se, per ripiantumare il giardino condominiale, viene deliberata una spesa pari a 20.000 euro e voi possedete una quota pari a 40 millesimi, il bonus che vi spetta sarà calcolato su 800 euro.
Tra le spese che possono usufruire del bonus verde rientrano:
- le spese per la creazione, l’installazione, o il rifacimento di impianti di irrigazione;
- le spese necessarie per creare o sostituire siepi esistenti;
- le spese necessarie per le grandi potature;
- tutte le spese necessario per l’acquisto di piante o/o arbusti;
- le spese sostenute per la riqualificazione di aree verdi a prato;
- e tutte le spese che riguardano quei lavori e quegli interventi necessari per la trasformazione di aree incolte in aiuole o piccoli prati.
Anche in questi casi l’incentivo copre eventuali spese di progettazione e manutenzione riguardanti gli interventi suddetti; l’importante, come sempre, affinché i lavori siano effettivamente detraibili, è che i pagamenti, siano documentabili ed effettuati tramite bonifico apposito “parlante”.
Ora tutto dovrebbe esservi chiaro e non avete davvero più scuse. Come avrete capito, anche per il 2018, i vantaggi nel ristrutturare casa o nell’apportare significative migliorie sia sotto il profilo statico che energetico ci sono eccome! Perché non approfittarne allora? Adesso che l’anno è appena iniziato avete tutto il tempo per capire cosa vi conviene fare, come e quando.
Non vi resta che pensarci un po’ su. Noi rimaniamo a vostra disposizione per qualunque consiglio o delucidazione in merito.
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